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Cavallino - Cronistoria 1780-1900 | ||
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L'Archivio parrocchiale e l'Archivio comunale di Cavallino
Le notizie contenute in questo libro sono state desunte sia leggendo i preziosi Registri con cura conservati nell'Archivio parrocchiale sia esaminando i derelitti Documenti raccolti nell'Archivio comunale.
Gli attestati dell'Archivio parrocchiale, che hanno interessato la mia ricerca, sono manoscritti in latino e si susseguono dal 1753 al 1904 (i successivi sono redatti in lingua italiana su schemi prestampati): sono Atti di Battesimo, di Cresima, di Matrimonio, di Morte.
Il Registro più antico è il Liber Mortuorum, che elenca i defunti dall'anno 1753 al 1762; il Liber Confirmatorum contiene gli elenchi dei cresimati nel 1795 e nel 1807; il registro dei battezzati va dall'anno 1858 al 1885; quello dei matrimoni va dal 1858 al 1904.
Come testimonianza, si trascrive il 1° ATTO DI MORTE del 1753:
Die nono mensis Augusti, millesimo septingentesimo quinquagesimo tertio - Benedictus de Pandis a Caballino maritus q.m Angelae de Dominicis aetatis suae annorum septuaginta novem circiter in comunione S. Matris Ecclesiae ex hac vita discessit munitus omnibus Sacramentis a me Joanne de Pandis Archiep.o administratis; die secundo eiusdem mensis fecit mihi suam sacramentalem confessionem et eodem tempore et recepit sacramentum Eucharistiae et S. oleo unctus die nono cum Animae commendatione spiritum redditit Creatori, et sepultus fuit die sequenti in Parochiali - |
Giorno 9 del mese di agosto 1753 - Benedetto De Pandis da Cavallino, marito della fu Angela De Dominicis, di anni 79 circa si è staccato da questa vita nella comunione di Santa Madre Chiesa, munito di tutti i Sacramenti impartiti da me Giovanni De Pandis Arciprete; giorno due del medesimo mese ha fatto la sua confessione sacramentale e nello stesso tempo ha ricevuto il sacramento dell'Eucaristia e, unto dell'olio santo, giorno nove raccomandandosi l'Anima ha reso lo spirito al Creatore, ed è stato seppellito il giorno successivo nella Chiesa parrocchiale. |
Come si può osservare, il documento è fonte di tante annotazioni: da esso apprendiamo che Benedetto nacque nel 1674 circa (allora non c'era la certificazione anagrafica) e morì vedovo nel 1753; veniamo a conoscenza che le famiglie De Pandis e De Dominicis risiedono da antica data a Cavallino; che il defunto fu sepolto nella Chiesa Madre e non nella Chiesa del Convento (i cimiteri ancora non esistevano); che Arciprete di Cavallino allora era don Giovanni De Pandis…
I documenti dell'Archivio comunale, che attengono alla vita socio-amministrativa del paese, sono depositati in un disadatto locale dell'ex convento dei Padri domenicani - Corso Umberto I - È stato da me perlustrato solamente il primo settore, quello sito a sinistra entrando; su vari ripiani sono poggiate senza alcun criterio le custodie cartonate contenenti atti, delibere, documenti di un certo interesse storico locale. I titoli delle cartelle sono:
Non ho rintracciato verbali di sedute consiliari, delibere di Giunta,… del 1861, l'anno di transizione.
Nel corso delle mie ricerche, amici e conoscenti mi hanno chiesto eventuali notizie sul proprio antico casato e, nel domandarmi «chi erano i propri avi e che cosa facevano», notavo nel tono della loro voce una certa vibrazione trepidante, un certo celato desiderio di sentirsi rispondere che quell'antenato ai suoi tempi era stato un personaggio importante: se non proprio nobile almeno galantuomo.
Informo che i nostri antenati cavallinesi durante il lungo periodo feudale erano tutti sottomessi, tutti servitori dell'unico padrone del feudo, il marchese-duca Castromediano, l'unico Signore proprietario del casale di Cavallino. Solamente i membri della famiglia Castromediano de Limburg erano Nobiluomini e Nobildonne; gli altri residenti nel feudo rientravano nelle categorie subalterne: quella dei campagnoli (massai, coloni, ortolani, bracciali, pecorai), quella degli artieri (maestri di bottega, cavapietre, sartori, fabbri, barbieri-salassatori, mammane), quella dei servitori di palazzo (cocchieri, carrettieri, stallieri, mulinari, domestiche, serve). A buon conto, amici, siamo orgogliosi dei nostri avi, bravi lavoratori, amanti della famiglia, impegnati a incrementare la propria discendenza.
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