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CAPITOLO III: LA CITTÀ MESSAPICA
Paragrafo 8
L'ambiente
Nella vasta contrada che si stende immediatamente a nord dell'attuale Cavallino, sia nella zona bassa ora occupata dall'abitato odierno e sia nelle zone alte occupate da terreni agricoli, che si susseguono da nord-ovest a sud-est, dalle Petre verso lu Crucefissu attraverso lu Piru fino a Santu Sergi, circa 3000 anni fa, tra anteriori genti indigene (quelle dell'età del Bronzo) o in sostituzione di esse, venne a stanziarsi stabilmente una popolazione di indo-europei, gli Iapigi-messapi provenienti o dalle isole dell'Egeo o dall'Illiria, i quali fissarono le loro dimore nella suddetta area a campo aperto.
Il pianoro presenta una roccia di natura calcarea comunemente detta «pietra leccese» (leccisu), che risulta come una concrezione di arenarie calcareniti, di colore paglierino, di formazione compatta omogenea e tenera, in cui, però, spesso si ritrovano fossili marini: echinidi, foraminiferi, valve diverse di molluschi, denti di squali.
Planimetria della zona archeologica, integrata con toponimi attuali. |
Tale tipo di roccia, evidentemente di natura carsica, presenta numerose fenditure (carasse) e doline (cupe) più o meno larghe; una di queste cavità, 'la Cupa' nel fondo Sentina, ha una apertura di circa 40 metri e funge, come probabilmente fungeva, da inghiottitoio, da '[v]ora' delle acque piovane.
Nell'area sono frequenti anche le cave picconate dall'uomo, prima per asportarvi pietre da costruzione e poi per ottenere invasi (lacquari), pile a cielo aperto e cisterne per l'approvvigionamento dell'acqua potabile (i pozzi sono rari, proprio a causa della eccessiva profondità della falda acquifera).
Una sola di queste cave, proprio quella scavata nelle vicinanze de 'la Cupa', risale ai tempi dell'antico abitato ed era adibita, allora, a conca di raccolta delle acque; in essa, difatti, sbocca una delle canalette fognanti. Su questo banco di roccia ondulato poggia uno strato di terra alquanto fertile e coltivabile, che non supera il metro di profondità.
Se immaginiamo la superficie del pianoro adibita e sfruttata a seminagioni, a maggesi, a ortaggi, a pascoli, e qua e là segnata da isolati alberi di fico dall'ampia chioma in estate e dai rami scheletriti in inverno, superficie in più direzioni attraversata da viottole e tratturi di terra calpestata (carrare e carrareδδe), ecco, abbiamo davanti agli occhi il verosimile paesaggio arcaico, non molto diverso, tuttavia, da quello odierno.
L'insediamento messapico (ricostruzione di fantasia). |
Restringendo ora lo sguardo al solo centro abitato messapico, non è da immaginarlo, dal punto di vista urbanistico, simile a una città moderna, interamente occupata da costruzioni; l'insediamento era diviso in gruppi più o meno vasti di abitazioni e i diversi nuclei (sono stati localizzati ben otto settori, senza contare quelli che assai probabilmente erano situati nell'area sud ora occupata dall'abitato del paese) erano sparsi per l'intero pianoro e intervallati tra loro da orti, da recinti per le bestie, da spiazzi di nuda roccia come aie, e collegati da carreggiate; di sicuro parecchie dimore singole, a «truδδu o pagghiara» erano erette isolate qua e là nei campi e nei prati.
Cavallino - Vecchie casupole. |
La città antica, comunque, a partire dalla seconda metà del sec. VIII a. C., si avvia ad un lento ma graduale progresso economico, sociale e urbano: si passa da capanne ovoidali spontaneamente erette e fatte di tronchi, pietre sforme e paglia, ad ambienti rettangolari fatti di pietre sgrossate e tegole e razionalmente aggregati; finché nel sec. VI a. C. l'abitato si mostra già urbanisticamente sistemato, con strade pavimentate e affiancate da marciapiedi, case con fondazioni a conci squadrati, muri di pietre connesse con malta, tetti di embrici e coppi razionalmente sistemati su cannicci. Inoltre, la città nel frattempo si è dotata pure di un impianto di canalizzazione delle acque, che interessa l'intero abitato.
Planimetria riassuntiva con i vari settori esplorati. |
Le diverse missioni archeologiche, susseguitesi dal 1964 al 1980, in più riprese sondarono i settori di abitato dell'insediamento messapico, indicati con la lettera A quello del fondo Fica, costituito da una ventina di ambienti a forma quadrangolare con cortili; con la lettera B quello del fondo Sentina; con la lettera C, D, E quelli siti tra i fondi Scarani e Aiera ècchia; con F l'altro rintracciato nel fondo Casinu, e con G il settore della piazza.
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