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Cavallino, da baronia a marchesato |
I CASTROMEDIANO
Ascanio (1568-1628), 15° barone
Ascanio Castromediano l'anno 1595 aveva sposato donna Aurelia Sanseverino, affabilmente chiamata "donna Lella", di nobilissima famiglia napoletana, dalla quale ebbe i figli Isabella morta infante, altra Isabella che andrà sposa a don Carlo Visconti, Francesco il successore, Sigismondo nato morto, Giov. Battista che sarà Cavaliere gerosolimitano, Giov. Antonio morirà sedicenne il 1624, Giov. Donato Domenico che sarà abate.
Il barone Sigismondo II e il baroncino Ascanio ebbero la possibilità e la capacità di liberare e quindi riscattare le proprietà di famiglia gravate da ipoteche e da vari pegni; dunque, quando l'anno 1615 il padre morì, il figlio Ascanio prese legittimo possesso di tutti i vasti domini feudali: Cavallino, Tafagnano, Vermigliano, Ussano, Cerceto, Morciano, Sanarica, Zollino e parte delle terre di Nociglia.
A. D. 1611 - In quest'anno si fece la nuova numerazione dei fuochi in questo Regno et signanter in questa Città di Lecce e si ritrovò che in detto tempo et anno la città faceva fuochi 6203 e nella passata faceva fuochi 6167, come comparisce dalla raccolta fatta da Errico Bacco Alemanno e data in luce da Pietro Antonio Sofia napoletano in un libro stampato in Napoli in detto anno.
Vi erano in quel tempo le infrascritte nobili famiglie: Dell'Acaya, Aiello, Alami, Ammirati, Balduini, Baroni, Buttera, Belli, Carboneri, Castromediano, Castriota, Dello Doce, Delli Falcone, Guarini, Li Antoglia, Lobelli, Maramonti, Maresgalli, Franconi, Frisari, Georgi, Giudici, Guidano, Montefuscoli, Mattei, Delli Monti, Monica, Musco, De Noha, Paladini, Petraroli, Perroni, Prati, Prioli, Rainò, S. Biasi, Saracini, Scisciò, Tafuri, Verardi et altre. Quali famiglie e numero di fuochi si sono ad litteram ricopiati dal detto libro stampato ut supra e qui annotate.1
Nel feudo di Cavallino, nell'anno 1595 si erano contati 113 fuochi, per una popolazione di 678 abitanti contribuenti.
La città di Lecce have pagato e paga in ogni anno alle infrascritte Università degl'infrascritti Casali le seguenti somme di danaro quali li paga per la bonatenenza delle robbe dei cittadini che possiedono nelli di loro feudi delle intrade delle quali li cittadini poi pagano dazio ad essa città.
All'Università di Gaballino . . . . . duc. 157,902
Il barone don Ascanio portò i suoi domini al culmine della produttività. Fu lui, di fatto, a introdurre nelle sue terre le nuove colture delle melanzane, dei carciofi e del gelso, e da questo derivò in Cavallino l'allevamento dei bachi da seta e la produzione e commercializzazione dei bozzoli.
Mosso da pietà per tutti i suoi cari defunti, in data 3 luglio 1621 volle sottoscrivere un atto di donazione e di suffragio;
…utili D.no Casalis Caballini… desiderando Terrena cum Caelestibus commutare, decrevit et disposuit… ob suae Animae salutem… ex nunc instituere erigere et fundare simplice et personale laicale Beneficium in Ecclesia seu Cappella S.ti Nicolai sita in dicto Casali Caballini…3 | …legittimo Signore del Casale di Cavallino… desiderando commutare beni terreni con benemerenze celesti stabilì e dispose… per la salvezza della propria Anima… sin d'ora istituire disporre e fondare un semplice e personale Beneficio laicale a favore della Chiesa o Cappella di S. Nicolò sita in detto Casale di Cavallino… |
Detto Benefizio consistette nella donazione di un podere con vigna, due fondi con alberi di olivi e due campi seminativi, siti in zone diverse dei feudi di Cavallino e di Ussano; e il lascito venne intestato al rev. don Aurelio de Santis di Cavallino, Rettore della Cappella di S. Nicolò, con l'onere di celebrarvi ogni settimana una messa per le anime dei cari familiari defunti.
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