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Giovanni Antonio I (1410-1481), 10° barone |
I Turchi occupano Otranto | 1o prospetto genealogico dei baroni Castromediano |
I CASTROMEDIANO
I Turchi occupano Otranto
Il 26 luglio del 1480 nel Salento si abbatté una tremenda sventura, lo sbarco dei Turchi. Il piano strategico del sultano Maometto II era: costituire sulla costa salentina una testa di ponte quale base da cui muovere alla conquista dell'intera penisola italiana. Comandante dell'armata musulmana era il pascià Achmet il quale, dopo qualche titubanza - assalire Brindisi? sbarcare a S. Cataldo? prendere Roca? - sbarcò le truppe tra Badisco e Palascia, quindi assalì Otranto per terra e per mare e occupò la città.
A 11 agosto giorno di Venerdì, essendo re di Napoli Ferrante I di Aragona, successe il sacco e presa della città di Otranto, essendone Arcivescovo M. Stefano Pendinello e sindaco Antonio Primaldi con grandissima stragge di gente e furono fatti dal Bassà de' Turchi 800 santi martiri ed il detto Re fece venire… suo figlio Alfonso II allora duca di Calabria in Lecce per poi passare alla ricuperazione di quella città e la città nostra gli diede moltissimi soldati e genti d'arme.1
Alfonso d'Aragona, figlio del re Ferrante e della regina Isabella, mobilitò sul posto tutte le forze possibili delle città demaniali e dei feudi baronali e affidò le truppe raccogliticce al suo Luogotenente don Giulio Acquaviva.
Anche Luigi Castromediano di Cavallino armò una squadra di archibugieri e corse ad unirsi agli altri soccorritori salentini. Per un anno le truppe di Giulio Acquaviva riuscirono a tenere bloccati gli occupanti turchi dentro la città di Otranto, impedendo loro di allargare le conquiste.
Però, quando i rifornimenti dalla Turchia tardavano ad arrivare, i soldati musulmani da Otranto operavano rapide incursioni per la pianura di Leuca per procurarsi vettovaglie. Una volta drappelli di cavalleria turca …andarono per marina de San Cataldo et corsera Trepuzze, Schenzano,… et due volte vennero a currere fino alle porte de Lecce.2
In parecchi scontri con pattuglie nemiche il capo drappello Luigi Castromediano si rivelò valoroso e abile comandante, e perciò il luogotenente don Giulio Acquaviva lo promosse capo truppa.
Purtroppo il guerriero Luigi Castromediano non ebbe modo d'intervenire allorquando una torma di armati turchi penetrò in territorio di Cavallino; per tre giorni i razziatori saccheggiarono le masserie, derubarono gli abitanti del casale e, scovati i magazzini del palazzo baronale, s'impossessarono delle cibarie ivi ammassate, quindi con i carri e i muli degli stessi contadini si portarono via sacchi di grano e di orzo, pecore e maiali, conigli e polli, per vettovagliare le truppe occupanti di Otranto.
In altri scontri con drappelli nemici, come presso Uggiano, Giurdignano, Palmariggi, Minervino, il capo truppa Luigi Castromediano si dimostrò sagace nel tendere agguati e ardimentoso negli assalti, tanto che da don Alfonso d'Aragona in persona fu promosso capitano sul campo. Nel mese di luglio del 1481, esattamente dopo un anno, la tragedia di Otranto, culminata con l'eccidio di ottocento martiri della fede, ebbe termine inatteso: l'improvvisa morte di Maometto II indusse il comandante turco Achmet a sgomberare la città, a imbarcare le truppe musulmane e a tornare in patria.
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