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I Castromediano
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APPENDICE

Gli stemmi

Alcuni stemmi
Alcuni dei tanti stemmi dei Castromediano di Cavallino

Lo Stemma della casata dei Castromediano fu uno scudo che presentava l'insegna di cinque monti stilizzati riferentisi a un gruppo di cinque montagne dell'Appennino lucano laddove erano le contrade di Castrum medianum, di Castrum bellosum e di Petra pertosa, che nel XII secolo costituirono i possedimenti feudali di Kiliano de Limburg capostipite dei Castromediano.

L'emblema delle cinque vette montane si trasmise anche ai discendenti de' Castromediano di Lecce e di Caballino, i quali lo imprimevano, quale suggello di patronato, su ogni loro opera e fabbrica notevoli.

Don Ascanio Castromediano, barone di Cavallino, quando prese per sposa la nobilissima donzella Aurelia Sanseverino, si premurò di fare effigiare nello stemma della propria casata, accanto al blasone dei Castromediano, anche quello dei Sanseverino.

Pure suo figlio, il marchese don Francesco, avendo avuto la ventura di sposare la contessina Beatrice Acquaviva, fanciulla di altissimo lignaggio, divise lo stemma di sua famiglia a quartieri e ai precedenti due emblemi del padre Castromediano e della madre Sanseverino aggiunse altri due quarti: uno per l'insegna del suocero Acquaviva d'Aragona e l'altro per l'insegna della suocera de Cardines.

In modo analogo si comportarono i successori Castromediano: e don Domenico Ascanio aggiunse l'arme della famiglia Caracciolo con cui si era apparentato avendone sposato la figlia Isabella; e don Fortunato inserì nello stemma i segni dell'emblema dei Capece con cui, sposando la figlia Ippolita, aveva stretto vincoli di parentado.

Per questi motivi i tanti difformi stemmi dei Castromediano di Cavallino si presentano con un groviglio di riferimenti parentali, parecchi dei quali di difficile interpretazione.






Lo stemma di Cavallino

Dal 1427 al 1806, la circoscrizione territoriale di Cavallino, essendo un possedimento feudale, ebbe come blasone lo stemma gentilizio dei Castromediano, suoi signori feudatari, e pertanto la comunità dei vassalli cavallinesi mai ebbe un proprio emblema.

Abolito il regime feudale e divenuto il paese di Cavallino un Comune istituzionalmente libero e franco, per tutto l'Ottocento nessuna sua Amministrazione, Decurionato o Consiglio comunale pensò di crearsi uno stemma, di dotarsi di un gonfalone. In verità non ne avevano alcuna necessità, non ne sentivano alcuna mancanza!

Soltanto l'anno 1922, sindaco Raffaele Totaro Fila, erigendosi nella piazza del paese il monumento in onore dei caduti nella guerra mondiale del 1915-18, sul lato posteriore dell'opera fu posto uno stemma (non si sa da chi ideato) con l'immagine in rilievo del CAVALLO RAMPANTE, e fu facile concepire la figura del Cavallo derivandola per omonimia dal toponimo Cavallino.

Il CAVALLO RAMPANTE comunque (e non Pègaso, il cavallo alato affatto ignoto ai Cavallinesi progenitori) è il più veritiero emblema storico dello Stemma civico del Comune di Cavallino.




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