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Pippi De Dominicis | ||
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1897 - Il Capitano Black sporadicamente si occupa delle vicende paesane; a lui sta più a cuore portare a termine la sua opera poetica dell'aldilà. Infatti, riposto nel cassetto il quaderno manoscritto Paraisu, unitamente con i precedenti manoscritti Nfiernu e Purgatoriu, si dedica alla ideazione e alla narrazione degli avvenimenti successivi, si applica, cioè, alla composizione della cantica Uerra a mparaisu, che alla fine risulterà formata di 5 canti, comprendenti 95 quartine, per complessivi 380 versi endecasillabi.
Pietru Lau, nel frattempo, continuò clandestinamente la propaganda politica e nella testa di numerosi residenti in Cielo inculcò il principio fondamentale, l'ideale e il diritto dell'eguaglianza, persuadendoli
E faceva esempi precisi di disparità sociale: S. Zebedeo non era stimato al pari di S. Pietro, S. Giovanni evangelista era considerato più importante dell'evangelista S. Matteo, S. Giuda, poi, non veniva neppure preso in considerazione.
Come nel terreno dissodato, se sfugge alla zappatura un solo stelo di gramigna, successivamente questa erba infestante torna a invadere l'intero campo, così in poco tempo l'idea di eguaglianza penetrò nella mente di tutti i Santi del Paradiso. Essi costituirono un Comitato direttivo e scelsero alcuni deputati a trattare; quindi i delegati preferirono incontrare Gesù Cristo al quale dissero:
inoltre gli rammentarono le testuali parole da lui personalmente pronunziate:
- Calma, ragazzi, calma! - esclamò Gesù - Voi non potete coinvolgere me soltanto nella lite…; la parabola del vignaiolo non la ricordate?
Alquanto contrariato, il Figlio andò a trovare il Padre e lo informò dell'incontro ufficiale avuto con i delegati e lo mise al corrente di certe fisime dei Santi: libertà, fratellanza, uguaglianza… Poi, assalito da un dubbio, Cristo domandò al Signore:
Caro figlio - rispose il Padreterno - tua è la colpa di tanti equivoci. Dal momento che scendesti sulla Terra e predicasti l'amore ed esortasti al perdono ed affermasti il libero arbitrio, le cose cominciarono a complicarsi e a guastarsi.
Io, Signore dell'universo, ho distribuito tutti i privilegi e le prerogative, ed ho sbagliato perché oggi conto ben poco: a Pietro, che pur ti rinnegò tre volte, consegnai le chiavi del Regno; a Brizio assegnai le cave e le fornaci di carbone; a Lucia affidai la vista e la sanità degli occhi; feci Barbara la patrona delle polveri da sparo e dei cannoni; regalai il mare a San Cataldo, affidai tutte le fanciulle del mondo a San Raffaele, tutte le donne a San Raimondo, gli animali a Sant'Eligio, tutto il vino a San Martino… Ormai non ho altri poteri da distribuire. Perciò,
Ma i Santi non desistettero e inviarono direttamente a Dio una petizione sottoscritta da cento milioni di consenzienti, nella quale definitivamente scrivevano:
e cominciarono a serpeggiare prima mormorii di delusione, poi si levarono grida di protesta, poi scoppiò la ribellione:
Accortosi il Signore del Cielo e della Terra che la situazione istituzionale si faceva seriamente critica, convocò la Corte dei Patriarchi
Nel frattempo alcuni Santi artificieri preparavano ordigni grossi così; poi a una bomba innescarono la miccia e di notte la lanciarono nella corte posteriore della divina residenza, proprio nel momento in cui il solito Geremia, lamentandosi, manifestava la propria opinione:
Il Consiglio di Corte fu interrotto. Invece, riunita più lontano in una camerata, l'assemblea dei Santi puntualizzava il piano generale di guerra. Quando, però, un tale fece notare che gli Angeli del Signore erano più numerosi dei Santi del Paradiso, si levò Pietru Lau e propose:
In gran fretta Pietru Lau sobillatore scese nel Limbo e agli ex condannati rivolse un discorso persuasivo: riferì i fatti recentemente accaduti in Paradiso, espose i progetti futuri, domandò loro se erano decisi e pronti a seguirlo. Tutti si dichiararono concordi e determinati, sicché
Il Signore Dio, a questo punto, perse la pazienza e cominciò dall'alto a scagliare fulmini. Presto, però, s'avvide che le sue micidiali folgori non andavano precise al bersaglio, certamente perché ne aveva dimenticato l'uso e probabilmente perché ormai gli tremolava la mano. Allora, ritenendo che qualsiasi ritardo poteva comportare la sconfitta, convocò l'Arcangelo Michele.
Anche nella parte nemica fu ordinata la mobilitazione generale. Agli ordini di S. Giuditta armata di spada si posero dodicimila Sante zitelle, gagliarde e vivaci, pronte a far vedere ai maschi che anche loro donne valevano qualcosa.
Ormai lo scontro armato tra le schiere angeliche da una parte e le truppe ribelli dall'altra stava per cominciare. Descrivere le azioni belliche è troppo arduo, perciò il poeta si rivolge alla Musa e la implora di ispirarlo e aiutarlo, poiché
Il generale S. Michele si accorse che da ponente avanzava l'armata dei dannati e, prima che essa si unisse all'armata dei Santi, diede agli Angeli l'ordine d'attacco, incitandoli:
I Cherubini si scontrarono con le Vergini comandate da S. Giuditta e i Serafini si avventarono contro le altre Sante addentandole rabbiosi alle mammelle. Al centro della zuffa si distingueva Sansone che con una mascella d'asino menava botte all'impazzata. In un altro settore i dannati combattevano con gli avversari schierati frontalmente, mentre i Santi s'azzuffavano con quelli che avevano tentato una sortita alle loro spalle. D'un tratto un Santo afferrò un grosso sasso, prese la mira, lo scagliò e colpì in fronte S. Michele che cadde privo di sensi.
Perduta la guerra, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo abbandonarono la reggia, minacciata dagli insorti, e si misero al sicuro scomparendo. Anche Pietru Lau, portate le anime tutte alla vittoria, esaurita pertanto la sua missione, scomparve, e di lui non si seppe più nulla. Ora i vari vincitori devono concertare la pace, attuare i patti, approvare una nuova costituzione e stabilire le regole della civile convivenza.
La conclusione degli accordi fu un epilogo soddisfacente per tutti, e significò un evento eccezionale. Infatti, il patto di concordia stabilito tra Santi del Paradiso, anime del Purgatorio e dannati dell'Inferno, fu uno straordinario successo diplomatico e politico, un risultato che noi terrestri avremmo potuto concepire solo con la fantasia e avremmo saputo realizzare solo con l'immaginazione.
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