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Pippi De Dominicis | ||
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In questa parte del libro sono segnalati e compendiati tutti i componimenti di Giuseppe De Dominicis non dati da lui alle stampe, ma pubblicati dall'emerito professore Francesco D'Elia di Lecce, nel 1926, vent'anni dopo la morte del poeta.
Sono 14 originali poesie di autori forestieri, dal giovanetto Peppino De Dominicis tradotte quasi letteralmente in lingua leccese, come iniziali esercitazioni nell'arte della versificazione, della metrica e della rima.
Il conte Ugolino (Dante Alighieri, Inferno, XXXIII)
Per notare il metodo, il modo e la maniera usati dal novello versificatore cavallinese, si trascrivono prima i versi danteschi in italiano e poi di seguito i corrispondenti versi dedominicisiani in leccese.
Quando fui desto innanzi la dimane, pianger sentii fra 'l sonno i miei figliuoli, ch'eran con meco, e domandar del pane. |
Quandu me ddescetai all'autra mane, chiangere ntisi li piccinni mei, ca ntru lu sennu me cercânu pane. |
Ben se' crudel, se tu già non ti duoli, pensando ciò che 'l mio cor s'annunziava; e se non piangi, di che pianger suoli? |
Si' crudele se dogghia tie nu pruei pensandu cenca a mmie se preparaa; e se nu cchiangi a cce cchiangere puei? |
L'episodio è noto. Il conte Ugolino nel 1289 per motivi politici fu rinchiuso insieme a due figli e a due nipoti, in una torre-prigione di Pisa, e qui furono lasciati morire di fame.
Lu niedhu (da Sandor Petoefi, poeta ungherese)
Il giovane innamorato si vede restituito dalla donna amata l'anello di fidanzamento, poiché la infedele si era concessa ad un altro amante. Il fidanzato tradito riporta l'anello all'orefice e lo prega di rifonderlo.
Se era nn'acedhuzzu… (da P.J. Beranger, francese)
Mi fermerei per tutta la notte e con il canto ti esprimerei tutti i miei caldi sentimenti d'amore… fintanto che anche tu mi rispondessi: "Te ogghiu bene!"
Intru llu boscu (da V. Balaguer Cirera, spagnolo)
Ricordi, cara, quando sul fusto d'un albero incidemmo i nostri nomi? Tu allora dicesti: - Forse da questo tronco saranno ricavati gli assi per fare la culla per i nostri figli.
Io invece, entro me stesso,
Alla musa (da C. Baudelaire, francese)
O Musa della poesia, d'inverno tu, tornata a casa, di solito trovi il tizzone acceso per scaldarti? E quando, terminata la festa, fai ritorno a casa, trovi qualcosa per cenare? Temo che al poeta, per procacciarsi la legna e il cibo, non basti la Musa, ma sia purtroppo necessario
Ulia bessu… (da Victor Hugo, francese)
Vorrei essere una rosa per avvolgerti con il mio odore e con il mio affetto; vorrei essere una rondine per starmene sulla tua finestra e ammirarti. Se fossi farfalla starei continuamente posata sulla tua chioma; se fossi vento accarezzerei il tuo viso e alitando ti dichiarerei il mio grande amore.
La tomba e la rosa (da Victor Hugo, francese)
La tomba domandò alla rosa: - Che cosa fai delle gocce di rugiada che si posano su di te?
E la rosa rispose: - Faccio una delicata acqua odorosa.
A sua volta la rosa domandò alla tomba: - Tu che cosa fai delle anime che si rifugiano dentro di te?
La tomba rispose:
Lu fiuru e la farfalla (da Victor Hugo, francese)
Il fiore diceva alla farfalla:
Però quanto diversa è la sorte di ciascuno di noi! Tu sei libera e svolazzando vai dovunque ti piace; io, legato alla pianta, sono saldamente trattenuto alla terra.
Lu sennu nticu (da E. Heine, tedesco)
Ancora una volta ho sognato che, mentre tu ed io seduti ai piedi d'un frondoso albero ci scambiavamo carezze e baci appassionati, tu mi hai dato un morso sulla mano. Accipicchia!, cara,
Li ducati (da E. Heine, tedesco)
Soldi preziosi, soldi cari, dove diavolo siete andati a finire?
Notte de iernu (da E. Heine, tedesco)
In una gelida soffitta il marito e la moglie erano distesi, intirizziti, sul pagliericcio.
Il marito rispondeva: - Amore mio, quando ti tengo stretta tra le braccia, io non penso al freddo, non penso alle ristrettezze e nemmeno alla fame…
Ma al mattino li trovarono abbracciati morti stecchiti.
Lu cuerpu e l'anima (da E. Heine, tedesco)
I - L'anima disse al corpo: «Caro compagno, siamo vissuti uniti per tanti anni; insieme abbiamo gioito, insieme abbiamo sofferto; in definitiva ti sono grata per quanto mi hai dato. Ma, ora che sei diventato vecchio e debole e ti reggi con il bastone, ti lascio e torno nel mio mondo».
Il corpo di rimando: «Cara compagna, da tempo ho intuito le tue intenzioni. Buon viaggio!… Se per caso incontrerai S. Gaetano, il patrono e protettore dei ricchi, salutamelo, sebbene non mi abbia mai favorito».
II - L'anima bussò alla porta dorata del paradiso. S. Pietro la squadrò ben bene, storse un po' le labbra, e poi disse:
Ti avverto d'una cosa molto importante, però, e rammenta questo mio consiglio: non fare l'impiccione,
Di un'altra cosa devi ricordarti: in ogni circostanza, di' che tutto è ben fatto, che tutto va bene, che tutto ti piace. E soprattutto ti raccomando: non ti esporre, non ti esibire e non ti fare conoscere,
(Chiaramente questi ultimi due versi sono un'aggiunta alla poesia del poeta tedesco; essi sono indice dei dissapori che il poeta cavallinese Giuseppe De Dominicis cominciava ad avere con i compaesani).
Suennu (da E. Heine, tedesco)
Che brutto sogno ho fatto!
Ad una donna intenta a lavare i panni nella fontana domandai: - Che cosa farai di questo bianco lenzuolo?
In un bosco ritrovai la donna, che con la scure ricavava assi di legno e costruiva una cassa. Le domandai: - Questa cassa a che cosa servirà?
In un campo rividi la donna, che con la zappa scavava una buca. Le domandai: - A quale scopo scavi questa fossa?
Io mi sentii venir meno e barcollai sul ciglio della fossa.
La barca scasciata (da J. Kozlov, poeta russo)
Verso il calar del sole andavo pensieroso lungo la spiaggia, osservando le onde del mare, quando scorsi una barca sfasciata, che una tempesta aveva sospinto sulla riva solitaria.
Con il tempo, all'interno della barca infracidita erano cresciuti licheni, ciuffi di erbe, un cespo di giunco e tanto muschio, tra il cui velluto verde spiccavano delicati fiorellini variopinti.
Povera barca, dov'eri diretta e da dove provenivi? Chi perse la vita dentro di te, mentre naufragavi?
In quel mentre sulla poppa salì una donna, la moglie di un pescatore, la quale preoccupata si mise a scrutare il mare. Nel frattempo il figlioletto sgambettava allegro e spensierato sulla spiaggia, poi anch'egli entrò nella barca e colse i fiorellini.
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