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CAPITOLO II: IL VILLAGGIO INDIGENO
Paragrafo 4
I nomi degli insediamenti
A Nord dell'attuale centro abitato di Cavallino ci sono i miseri resti archeologici di un remotissimo insediamento urbano, negli ultimi anni dell''800 saltuariamente osservato da Sigismondo Castromediano; nel 1957-58 parzialmente sondato dalla Soprintendenza alle Antichità della Puglia; dal 1964 al 1967 metodicamente esplorato dall'équipe (tra cui Orlanda Pancrazzi) dei professori G. Nenci e P. E. Arias per incarico degli Istituti di Archeologia delle Università di Lecce e di Pisa.
Dove ora è la zona archeologica (in contrade Petre, Crucefissu, Cuti, Piru) in tempi arcaici si ebbero due distinti insediamenti umani:
È inutile cercare di sapere come si chiamasse il villaggio arcaico; gli insediamenti dell'età del Bronzo con molta probabilità non avevano un nome proprio particolare. Il nostro lo chiameremo semplicemente «Villaggio indigeno di Cavallino».
È ignoto pure il nome proprio del centro urbano messapico successivo, nome che cadde nell'oblio con la distruzione dell'abitato, avvenuta verso la metà del secolo V a. C. Esso lo chiameremo «Città messapica di Cavallino».
Planimetria di Cavallino (fine '800) e della zona archeologica, rilevata da M. M. Arigliani. |
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