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I Castromediano
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e la Contea di Lecce
Kiliano de Limburg, capitano di ventura Tancredi, conte di Lecce e re di Sicilia



I CASTROMEDIANO

Kiliano de Limburg, capitano di ventura

L’anno 1154, a Ruggero II d’Altavilla, re di Sicilia e di Puglia, successe il figlio Guglielmo I, in seguito detto il Malo per l’asprezza con cui prese a imporre il suo potere sovrano sui prepotenti e riottosi signorotti feudatari del regno. Perciò i baroni, principalmente i leccesi, si rivoltarono coalizzati in difesa delle loro prerogative d’autonomia e dei loro privilegi amministrativi. Da Palermo mosse il re Guglielmo I con il suo esercito di soldati siciliani rinforzato da milizie straniere di ventura, e percorse le province del suo regno con l’intento di ridurre i rivoltosi all’obbedienza. Arrivò a porre uno stretto assedio a Brindisi tenuta da capitani bizantini e da baroni salentini, e dopo qualche settimana indusse gli occupanti ad arrendersi dietro promessa di condono; ma il Malo, dopo averli disarmati, li fece trucidare.

Statua di Kiliano de Limburg
Kiliano de Limburg

Poi continuò le sue vendette e punizioni per tutto il territorio da Bari a Taranto e a Gallipoli, città tenute dai bizantini; infine, era l’anno 1156, prima rase al suolo Rudiae disperdendone gli abitanti, che si rifugiarono nei casali vicini, e dopo punì severamente l’infedele Lecce (il conte Roberto con i familiari aveva abbandonato la città) ordinando la demolizione delle mura, delle torri e delle opere fortificate; inoltre lasciò al saccheggio dei soldati mercenari i circonvicini casali di Surbo, Monteroni, Carmiano, Lequile, S. Cesario, Cavallino, per aver mandato uomini e mezzi in aiuto dei rudiesi e dei leccesi, e principalmente …per non haver voluto dare obedienza la città di Lecce e tutte le altre terre del Conte di Lecce né ad Re Ruggieri né a Re Gullielmo suo padre.1

Tra le milizie mercenarie assoldate da re Guglielmo I, si distinse per efficienza la compagnia di ventura condotta dal capitano Kiliano de Limburg (città della Germania). Repressa la ribellione dei baroni durata più a lungo del previsto, il re, mancando di denaro sufficiente per liquidare le paghe alle truppe straniere, pattuì con il condottiero Kiliano de Limburg un compenso di terre demaniali e gli concesse in benefizio per lui e per i successori i tre feudi di Pietrapertosa, di Castrobelloso e di Castelmezzano (come adesso si chiamano) in Basilicata, sull’Appennino lucano in provincia di Potenza.

Chiliano Castromediano, il penultimo discendente della casata, trascrisse e allegò alle sue MEMORIE (1850) l’Atto in latino cancelleresco medievale, che egli afferma di tenere conservato nell’archivio di famiglia2, e che noi di seguito riportiamo nelle parti essenziali e a cui facciamo seguire la nostra traduzione in lingua italiana.





Guglielmus Divina favente Clementia Rex Siciliae Ducatus Apuliae Principatus Capuae… (Noi) Guglielmo con il favore della Clemenza Divina Re di Sicilia, del Ducato di Puglia e del Principato di Capua…
sanae nostrae mentis deducentes examine grandia et accepta servitia quae Kilianus de Lymburgh Miles Neapolitanus Maiestati nostrae exhibuit, et incessanter ad presens exhibet et eum in futurum de bono et melius exhibitum speramus, Castrum Medianum, Petram Pertosam et Castrum Bellottum sita in Iustitia ratu Basilicatae… valutando con raziocinio di nostra sana mente i grandi e ben accetti servigi che Kiliano de Limburg Guerriero Napoletano alla nostra Maestà prestò, e incessantemente al presente presta e speriamo che in futuro egli abbia a prestare di bene in meglio, Castro Mediano, Pietra Pertosa e Castro Bellotto siti nel Giustizierato di Basilicata…
cum omnibus possessionibus, oneribus, usibus, juribus, patronatibus, terris cultis et incultis, aquis, aquarum decursibus, molendinis, piscariis, silvis, nemoribus, venationibus, montibus, planis, vallibus… con tutti i possedimenti, tributi, usi, diritti, patronati, terre coltivate e incolte, acque, corsi d’acqua, mulini, peschiere, selve, boschi, riserve di caccia, monti, pianure, valli…
Tibi et haeredibus tuis in perpetuum damus, concedimus et confirmamus, condicione adiecta, ut Tu, et haeredes et successores tui Nobis, haeredibus, et successoribus nostris in Regno, prout ipsius Feudi ratio postulat…serviatis…iusta usum et consuetudinem Regni nostri. Insuper concedimus Tibi tuisque successoribus vocemini et appellamini de Castromediano… a Te e ai tuoi eredi in perpetuo diamo, concediamo e confermiamo, posta la condizione che tu e i tuoi eredi e successori… serviate a Noi e ai nostri eredi e successori nel Regno, così come il regime del Feudo stesso esige… secondo l’uso e la consuetudine del nostro Regno. Inoltre concediamo a Te e ai tuoi successori che prendiate il cognome e vi denominiate da Castromediano…
Datum Neapoli… Anno Dominae Incarnationis Millesimo Centesimo quinquagesimo sexto, vigesima octava mensis novembris… Amen — Dato a Napoli… L’anno dell’Incarnazione del Signore 1156 il 28 del mese di novembre… Amen-
Matthaeus Notarius – Matteo Notaio –


Adest Bulla Aurea cum cordulis sericis -


C’è la Bolla Aurea con i cordigli di seta.

Anche don Giulio Cesare Infantino, parroco di S. Maria della Luce di Lecce, nella sua opera Lecce Sacra (1634) registrò il fatto: E venendo più al particolare io ritrovo, che sotto i Re Normanni, in tempo di Guglielmo il Malo nel 1156 con occasione delle guerre venne in Italia Chiliano dell’Imburg de’ liberi Signori di Germania, il quale così honoratamente portossi in tutte l’occasioni di guerra, che ricevé in ricompensa de’ suoi servigi le Terre di Castromediano, di Pietra Pertosa, e di Castro Belloso in Basilicata, il quale poi dal nome di detta Terra Castromediano prese il cognome…

Dunque l’intrepido condottiero tedesco Kiliano de Limburg, congedata e sciolta la sua compagnia di ventura, scelse di non tornarsene in Germania ma di rimanere nel Regno di Sicilia e Puglia e di stabilirsi definitivamente in Basilicata.

Nel casale di Castel Mezzano (o, alla latina, Castrum Medianum) in provincia di Potenza, si fece costruire un maniero, cioè una dimora signorile fortificata, prese moglie, ebbe dei figli, e tranquillo visse il resto di sua vita non più da uomo d’arme ma da signore feudatario, accorto amministratore dei suoi tre latifondi.


1A. CONIGER, Cronache.
2Sulla originalità dell'Atto, che Chiliano riporta in copia, si può nutrire qualche dubbio, tuttavia la concessione del beneficio è storicamente accertata.


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